
Guida alle micro conversioni in Google ADS


Di cosa parleremo oggi
Tracciare le conversioni in Google ADS è uno dei punti fondamentali per poter fare campagne misurandone le performance.
Tuttavia, tra la conversione finale e l’inizio del percorso di conversione sono presenti una serie di azioni che non vanno assolutamente trascurate: le micro conversioni.
Con quest’articolo mi piacerebbe fornirti alcuni spunti su come puoi effettivamente utilizzare le micro conversioni per analizzare, studiare e infine migliorare le performance delle tue campagne Google ADS.
Che cos’è una conversione?
La conversione è l’azione principale che vogliamo che l’utente compia. Se stai facendo campagne per un e-commerce, la conversione sarà sicuramente l’acquisto, mentre per una campagna di Lead Generation una qualsiasi delle azioni di contatto.
Definire e tracciare “correttamente” le azioni di conversione è fondamentale. Spesso però, il percorso di conversione non è lineare e tra il primo contatto e la conversione finale passano diverse azioni e canali.
In un panorama sempre più frastagliato, monitorare le micro conversioni diventa fondamentale.
Ma cosa sono le micro conversioni?
Che cos’è una micro conversione?
Una micro conversione è una singola azione eseguita da un visitatore verso il completamento di un obiettivo di conversione principale. In pratica è una qualsiasi azione che sposta l’utente un po’ più in basso all’interno del nostro funnel.
Lo scroll di un articolo sul blog, una permanenza elevata su di una determinata pagina, la visualizzazione di una categoria prodotto, l’inizio di compilazione di un form. Tutte queste azioni non sono vere e proprie conversioni, ma rappresentano un piccolo passo in avanti verso l’azione di conversione che vogliamo spingere.
Tuttavia, non tutte le azioni di micro conversione sono uguali. Per capire e comprendere quali azioni monitorare è necessario scostarsi un attimo dalla piattaforma, ragionando sul funnel.
Perché è importante monitorare le micro conversioni?
Tracciare le micro conversioni è estremamente utile, soprattutto quando si lavora con la rete Display. Tuttavia, avere un’idea di quali azioni l’utente compie sul nostro sito o sulla nostra APP è estremamente utile per migliorare anche quegli aspetti che esulano dalla piattaforma.
Guardiamo insieme alcuni esempi.
Ti aiutano a comprendere il comportamento degli utenti
Il monitoraggio delle azioni di micro conversione ci consente di comprendere meglio il comportamento degli utenti. Questo è fondamentale per migliorare la loro esperienza.
Ricordiamo che l’esperienza sulla pagina di destinazione è uno dei fattori Google ADS prende in considerazione nella delivery delle nostre campagne. Ma al di là della piattaforma, il miglioramento dell’esperienza utente, porta con sé anche il miglioramento del tasso di conversione.
Se comprendi come gli utenti navigano il tuo sito sei in grado di individuare gli ostacoli alla conversione e potrai porgli rimedio.
Inoltre, il monitoraggio delle azioni di micro conversioni ti aiuterà ad individuare gruppi di utenti con caratteristiche diverse.
Ti consentono di creare segmenti di pubblico per il remarketing (e non solo)
Questo è un vantaggio non da poco quando lavori ad esempio con la rete display. Le azioni di micro conversioni possono infatti diventare armi potentissime per il remarketing.
L’utente che ha visto il tuo sito per 5 secondi è ben diverso da quello che aveva iniziato a compilare il form di contatto ma è uscito senza farlo.
Riprendere questi due utenti con il medesimo messaggio è troppo generico. Si tratta di utenti con una consapevolezza diversa. Il tracking delle azioni di micro conversione ti consentirà di creare elenchi per il remarketing specifici.
Potresti ad esempio proporre un’offerta specifica a tutti quegli utenti che hanno letto gli articoli di una categoria del blog o proporre uno sconto a chi ha aggiunto al carrello ma non ha completato l’acquisto.
Ti forniscono un contesto per leggere al meglio i dati di Analytics
Le micro conversioni ti aiutano a dare contesto ai dati di Analytics in mille modi diversi.
Questo potrebbe essere un pochino complesso da comprendere, ma facciamo un esempio.
Immagina di leggere i tempi di permanenza sulle pagine del sito. Questo è sicuramente un dato importante, tuttavia, manca di alcuni elementi di contesto che sono fondamentali, come ad esempio la percentuale di scroll.
Potresti ad esempio avere pagine con tempi di permanenza leggermente più bassi ma con percentuali di scroll piene. Potresti altresì avere pagine con tempi di permanenza più alti in cui l’utente non supera il 50% di scroll.
Combinare le micro conversioni ti consente di dare il giusto peso ai dati che leggi e questo infine ti consentirà di ragionare effettivamente in modo data driven.
Come tracciare le micro conversioni?
Bene, ora che abbiamo compreso l’importanza delle micro conversioni è arrivato il momento di capire come monitorarle. Alcune metriche possono essere recuperate direttamente dalla piattaforma:
- Tempo di permanenza sulla pagina
- Pagine medie per sessione
- Frequenza di Rimbalzo
- ecc.
Se vuoi però monitorare micro conversioni più specifiche dovrai ricorrere a Tag Manager.
Se non conosci lo strumento ho fatto alcuni esempi di tracciamento per il pixel di facebook che possono essere applicati anche ad Analytics. Puoi leggere l’articolo direttamente sul blog di Loop.
In alternativa, se utilizzi Analytics 4 sfruttare alcuni eventi di base che vengono tracciati automaticamente dalla piattaforma e partendo da quest’ultimi, potrai crearne di nuovi. GA4 è completamente basato su di una logica ad eventi, questo per moltissimi aspetti ci da un vantaggio enorme nel monitoraggio delle micro conversioni. Inoltre è possibile assegnare tutta una serie di parametri ai nostri eventi, ma questo lo approfondiremo in un altro post.
Come creare segmenti di pubblico utilizzando le micro conversioni?
Uno degli aspetti più interessanti del monitoraggio delle micro conversioni è la possibilità di utilizzare queste azioni per la creazione di segmenti di pubblico.
Se stai utilizzando Universal Analytics, ti basterà andare su:
Impostazioni -> Proprietà -> Definizione dei segmenti di pubblico
Se è la prima volta che crei un segmento di pubblico, Analytics ti guiderà nella creazione del primo segmento “tutti gli utenti”. Dopo la creazione del segmento, dovresti trovarti di fronte ad un’interfaccia simile:
Fai clic sul pulsante rosso, “+ nuovo segmento di pubblico” e comincia a creare un nuovo segmento.
All’interno dell’interfaccia potrai combinare tutta una serie di parametri per definire il tuo segmenti di pubblico.
Scegli quelli corretti, imposta un tempo di permanenza degli utenti all’interno del tuo segmento ed il gioco è fatto.
La creazione dei segmenti di pubblico può aiutarti anche nell’analisi dei diversi percorsi di conversione. Utenti con caratteristiche differenti risponderanno infatti in modo diverso agli stimoli che gli proponi.
Potresti ad esempio scoprire che gli utenti che leggono più frequentemente il tuo blog hanno un carrello medio più alto o preferiscono acquistare una determinata categoria di prodotti. Grazie a questi dati riuscirai a prendere decisioni che sono effettivamente Data Driven. Inoltre, sarai in grado di lanciare numerosi A/B test, misurandone effettivamente l’impatto.
Si potrebbe parlare per ore di com’è possibile utilizzare le micro conversioni per migliorare le performance delle nostre campagne. Tuttavia, spero davvero di averti fornito alcuni spunti interessanti da applicare al tuo business. Ti ringrazio per essere arrivato fin qui, al prossimo articolo!
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