
Quando è necessario implementare nuove piattaforme pubblicitarie?


Di cosa parleremo oggi
Nell’ultimo periodo si è creato molto interesse attorno a piattaforme pubblicitarie diverse da Facebook. Qui la competizione è sempre più alta e i CPM, anche in Italia, non permettono più a tutti di avere lo stesso successo con la facilità di qualche tempo fa.
Ma quando è realmente il caso di implementare nuove piattaforme pubblicitarie?
Scopriamolo insieme!
Introduzione
Innanzitutto partiamo dal presupposto che, indipendentemente da ciò che si dica, Facebook ad oggi rimane la migliore piattaforma per creare volumi importanti di traffico e conversioni se si sa lavorare in maniera efficace ed intelligente. Facebook funziona ancora molto bene ma bisogna avere sia una visione strategica che tecnica ampia e corretta.
In questo momento storico, se si vuole iniziare a fare advertising seriamente, almeno in Italia, bisogna partire con Facebook.
E’ necessario poi interrogarsi su che tipo di attività vogliamo sviluppare: creare più domanda o massimizzare la domanda già esistente verso i nostri prodotti?
A seconda della risposta, naturalmente, seguirà una scelta diversa della piattaforma pubblicitaria da affiancare a Facebook o da sostituire.
Se vogliamo catturare la domanda già esistente verso i nostri prodotti creata con fonti di traffico a pagamento o tramite attività editoriali di blog/social implementare campagne Google, sarà fondamentale per massimizzare i nostri effort ed incanalare efficacemente tutta la domanda.
Se invece stiamo valutando di implementare piattaforme pubblicitarie per fare acquisizione e creare domanda, va innanzitutto capito perché Facebook non funzionerebbe o non sta funzionando.
- La colpa è dei contenuti che stiamo promuovendo?
- La pagina di atterraggio che usiamo non ha un buon tasso di conversione?
- La nostra offerta non è competitiva?
- Il nostro sito web ha problemi di UX?
Se credete che anche solo uno di questi problemi possa essere la causa del vostro insuccesso con Facebook, non risolverete nulla testando piattaforme pubblicitarie diverse!
La realtà è che, nella maggior parte dei casi, ha senso affiancare fonti di traffico alternative a Facebook solo se anche Facebook sta performando bene e avete una struttura e risorse per diversificare il traffico e non essere dipendenti solo da una piattaforma.
Testate quindi nuove piattaforme se:
- I vostri risultati su Facebook sono stabili;
- Avete un processo di creazione di contenuti per campagne paid validato;
- La vostra offerta è validata;
- Avete budget.
In sostanza, i vostri problemi con campagne a pagamento li risolverete solo lavorando sul vostro business e non cercando una piattaforma pubblicitaria che possa semplificarvi il lavoro necessario per creare campagne di successo perché nel medio/lungo termine i problemi torneranno sempre a galla.
Onnipresenza su nuove piattaforme pubblicitarie
Anche se è importante mantenere il proprio focus a livello di effort e budget su una sola piattaforma, diversificare il proprio investimento su più piattaforme può portare considerevoli benefici oltre che un miglioramento sostanziale del proprio ritorno pubblicitario.
Investendo ed aumentando il proprio budget su una singola piattaforma si andrà incontro alla legge dei rendimenti decrescenti, ciò significa che aumentando il proprio investimento, inevitabilmente, il ritorno sulla spesa scenderà proporzionalmente.
Questo effetto può essere ridotto se la spesa di advertising viene suddivisa su più piattaforme.
Investire su più piattaforme può permettere di raggiungere più utenti, diversi tra loro, e presenziare spazi pubblicitari per far crescere la propria presenza ed awareness impedendo inoltre ai propri competitors di prendere spazio al posto nostro.
In generale, quindi, se si ha la possibilità di budget e di risultati, diversificare i propri investimenti pubblicitari su più media può solo giovare al brand e al ritorno sull’investimento pubblicitario.
L’obiettivo di qualsiasi strategia di advertising dovrebbe proprio essere quello di riuscire a lavorare in maniera profittevole su più piattaforme ed arrivare a una gestione del budget dinamica tra i diversi media per massimizzare la qualità e il volume di impressions.
In quest’ottica inizia ad assumere un ruolo molto centrale il remarketing.
Statisticamente ad un utente medio servono 7 touchpoint diversi con un brand prima di fare una conversione rilevante, che siano paid o meno. In ogni caso un utente deve interagire su piattaforme diverse con il nostro brand per conoscerlo a fondo, imparare a fidarsi e poi convertire.
Proprio per questo, cercare di essere presenti e attivi su tutte le piattaforme dove passano del tempo i nostri utenti di riferimento può dare un boost molto importante ai risultati delle nostre campagne social a pagamento.
Quindi, come regola generale, appena si ha la possibilità in termini di risultati e budget disponibili, aprire nuovi canali in fase di remarketing dovrebbe essere buona norma.
Gestione e produzione contenuti per nuove piattaforme pubblicitarie
Se si sta pensando di introdurre nuove piattaforme pubblicitarie uno dei criteri chiave da analizzare, inoltre, e che viene spesso trascurato è la presenza di risorse in grado di gestire efficacemente e in maniera profittevole nuovi canali.
Ogni piattaforma pubblicitaria, per quanto a volte può essere simile, è essenzialmente diversa ed ha tecnicismi che la rendono unica. Pertanto, coloro che dovranno gestire nuove piattaforme pubblicitarie, dovranno prima assicurarsi di avere una conoscenza specifica che gli permetta di gestire correttamente e, con profitto, il budget allocato in tale piattaforma.
Non è assolutamente scontato che chi si sta occupando di una piattaforma più “comune” come Facebook abbia poi le conoscenze e le capacità per gestire altre piattaforme come Tik tok o Pinterest, per non parlare poi di Google.
Successivamente, soprattutto se si vuole far si che il budget pubblicitario piano piano aumenti su tutte le piattaforme attive, sarà necessario avere i giusti asset e tracking tool (come Google Datastudio) a disposizione per poter prendere decisioni realmente in senso omnichannel ed essere rapidi e agili a spostare e allocare il budget tra le diverse piattaforme.
Infine, sarà importante avere le capacità e le risorse per produrre contenuti e creatività specifici per ogni piattaforma per far sì che le inserzioni sembrino sempre il più native possibili alla singola piattaforma. Uno degli errori più grossolani che si potrebbero commettere è proprio quello di lavorare con inserzioni che non risultino proprie alla piattaforma.
Garantire la disponibilità di risorse per ogni piattaforma e per l’aumento di mole di lavoro, per tanto, sarà un aspetto cruciale in fase di valutazione dell’apertura di nuove piattaforme pubblicitarie.
Conclusione
Prima si ha la possibilità di diversificare il proprio organismo pubblicitario e prima si abbatterà il rischio di dover dipendere da un’unica piattaforma.
Ciò nonostante è importante assicurarsi che tutti gli step sopra elencati dimostrino che la maturità del business è tale da permettere l’apertura e la gestione stabile di più media.
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